a cura di Carlo Bosco
Le prime tracce della presenza umana sulle colline di Sciolze risalgono a circa 3000 anni fa, quando su uno dei colli più alti del territorio sciolzese stazionò, per un breve periodo, una popolazione dedita alla caccia ed allo sfruttamento delle locali risorse naturali, verosimilmente proveniente dal sud del Piemonte.
In epoca romana, il territorio sciolzese era probabilmente abitato come testimoniato da una “lama di accetta litica levigata di serpentino verdognolo” rinvenuta dal Prof. Federico Sacco tra alcuni ruderi nel vallone di Regione Castellano.
Nel 1034 Sulcia (Sciolze) e Faniolo (Fagnour) furono cedute, insieme a molte altre località del Chierese, dall’abbazia di Nonantola, in Friuli, a cui erano state donate prima dell’anno 1000, ai Conti di Biandrate.
Nei secoli successivi il consistente indebitamento dei Conti di Biandrate nei confronti del Comune di Chieri favorì l’estensione del dominio di quest’ultimo sulle colline sciolzesi.
Alla fine del XIII secolo la località di Sciolze era costituita dal castrum, il castello, probabilmente già eretto a metà dell’XI secolo, e dalla villa, il villaggio abitato dalla comunità, situato in un posto diverso, probabilmente vicino alla Chiesa di Santa Maria sulla collina di Fagnour.
Dalla sua particolare posizione geografica, Sciolze, punta estrema del Marchesato di Monferrato e quasi circondata dal ducato di Savoia, fu quasi mai direttamente coinvolta nelle delicate vicende storiche che travagliarono il Piemonte nei secoli XV e XVI.
Nel 1631 il trattato di Cherasco inserì il Comune di Sciolze nell’elenco delle località “al di qua del Po”, cedute dal Marchesato di Monferrato al Ducato di Savoia. Tale cessione fu considerata dalla popolazione sciolzese come un atto liberatorio, anche se in realtà le ingerenze del governo francese sul Piemonte sabaudo alimentarono ben presto difficoltà economiche.
La guerra che ebbe origine nel 1704 fra le truppe francesi e le truppe piemontesi coinvolse anche le popolazioni dei borghi collinari nei pressi di Torino: nel 1706 la stessa Sciolze fu saccheggiata e devastata dalle truppe francesi.
In questo frangente il campanile venne abbattuto in modo da privare la popolazione del suono delle campane, unico mezzo di comunicazione nelle situazioni di allarme.
I lavori di ricostruzione del campanile ebbero inizio nel 1723.
Nel novembre 1737 terminarono i lavori di ricostruzione della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, resi necessari dalle pessime condizioni in cui versava l’edificio.
Negli anni successivi, il Marchese Roero San Severino venne autorizzato ad abbattere la Chiesa di San Rocco, di sua proprietà ma utilizzata da tutta la comunità, ed a ricostruirla in altra posizione, gli abitanti di Tetti Garavaglia ricostruirono ed ampliarono la Chiesa di San Defendente e il Comune restaurò la Chiesa di Fagnour.
Altri importanti interventi riguardarono la costruzione della Sagrestia attigua alla Chiesa Parrocchiale e un nuovo lavoro di riparazione del campanile, danneggiato da un forte temporale.
Nel 1814 dopo la conclusione del periodo del regime napoleonico, durato 14 anni, in Piemonte, lo stato venne riformato dalla monarchia sabauda con l’istituzione dei mandamenti di giudicatura.
Capoluogo del mandamento del raggruppamento dei Comuni Cinzano, Bardassano, Montaldo, Marentino, Avuglione e Vernone fu nominato Sciolze.
Nel 1856, per promuovere il commercio, venne istituita una fiera annuale nel primo mercoledì di giugno. La stessa fiera, dal 1864, fu spostata al giorno successivo alla Festa di San Rocco, cioè al 17 agosto, data che è stata mantenuta fino ai giorni nostri.
Nel XIX Secolo Sciolze diventa località di villeggiatura per molte famiglie facoltose, soprattutto di Torino.